Termodistruzione Oli Usati
Gli oli usati soggetti al processo di termodistruzione di norma sono quelli che contengono sostanze inquinanti difficilmente separabili dall'olio e in quantitativi tali da renderne impossibile e antieconomico il recupero attraverso l'attività di trattamento in impianti autorizzati. Fanno parte di questa categoria di oli quelli contenenti i PCB (policlorobifenili, additivi una volta utilizzati negli oli dei trasformatori elettrici) e Cloro in concentrazioni molto elevate.
Benché essi costituiscano una quantità minima sul totale degli oli usati (circa lo 0,5%), per completezza si ritiene opportuno esporre i principali aspetti ambientali legati a tale processo.
A differenza di ciò che avviene per la rigenerazione, la combustione e il trattamento, nel caso della termodistruzione non si ha alcun risparmio di risorse primarie, poiché non c'è recupero energetico.
Per quanto riguarda il possibile impatto ambientale, le emissioni gassose costituiscono l'aspetto più significativo correlato al processo in oggetto; è infatti sulle emissioni gassose che si è concentrata l'attenzione normativa e impiantistica, con la finalità di consentire un loro adeguato contenimento.
Le caratteristiche qualitative e quantitative delle emissioni in atmosfera derivanti dalla termodistruzione dipendono, innanzitutto, dalle caratteristiche dell'olio e, in secondo luogo, dal tipo di forno utilizzato, dalle caratteristiche operative del processo e dalle misure preventive o dai trattamenti dei fumi adottati per il contenimento delle emissioni.
In tale ottica è importante sottolineare che le emissioni inerenti al processo di termodistruzione dovrebbero essere sottoposte a un rigido controllo definito dalla normativa ambientale correlata, la quale stabilisce i limiti di concentrazione delle principali sostanze inquinanti nell'effluente.
Inoltre, la realizzazione di una combustione efficiente, basata sul controllo della temperatura, della turbolenza e dei tempi di combustione, permette di ridurre gli impatti ambientali del processo e soprattutto di evitare la formazione di policlorodibenzofurani (PCDF) che costituiscono sostanze altamente tossiche.