Combustione Oli Usati
Qualora l'olio non soddisfi i requisiti tecnici per essere sottoposto a rigenerazione, esso viene inviato alla combustione, di norma presso impianti per la produzione del cemento, che sono in grado di sfruttarne il potere calorifico, nel rispetto dei limiti di legge sulle emissioni in atmosfera.
Il potere calorifico dell'olio usato è quindi stimabile in circa 39,7 MJ/kg (pari a 9.500 kcal/kg) ed è del tutto paragonabile a quello di un olio combustibile.
Come avviene per la rigenerazione, anche in questo caso gli oli vengono riutilizzati, portando perciò a un risparmio di risorse primarie: gli oli usati sostituiscono infatti i combustibili fossili tradizionali (carbone e olio combustibile).
L'aspetto ambientale più rilevante del processo di combustione è, in analogia a quanto avviene per i materiali utilizzati come combustibili nei cementifici, legato alle emissioni in aria di ossidi di carbonio (CO e CO2), ossidi di zolfo (SO2), ossidi di azoto (NOx) e polveri: tra questi, particolare attenzione merita la CO2 in quanto regolata dall'applicazione nazionale del Protocollo di Kyoto.
Mentre il controllo delle emissioni di ossidi di carbonio può essere esercitato razionalizzando il processo, aumentandone l'efficienza, il trattamento delle altre emissioni varia notevolmente a seconda del tipo di inquinante rilasciato. Per l'abbattimento delle polveri, ad esempio, vengono utilizzati precipitatori elettrostatici e/o filtri a tessuto; gli ossidi di zolfo possono essere trattati mediante l'utilizzo di materiali assorbenti, con sistemi di trattamento dei fumi (scrubber a secco o a umido) o con carboni attivi; la riduzione delle emissioni di ossidi di azoto avviene principalmente minimizzando la loro formazione durante il processo di combustione (agendo su alcuni parametri di processo come, ad esempio, la temperatura).
Link di riferimento:
• Holcim - Utilizzo degli Oli Usati come combustibili alternativi in impianti per la produzione di cemento → www.holcim.it/oliesausti