Rigenerazione Oli Usati
La rigenerazione è il processo che meglio valorizza il prodotto raccolto, perché consente di trasformare l'olio usato in una base lubrificante rigenerata, con caratteristiche qualitative simili a quelle delle basi lubrificanti prodotte direttamente dalla lavorazione del greggio.
La rigenerazione ha un alto rendimento: da 100 kg di olio usato si possono ottenere circa 60 kg di olio base rigenerato e 20/25 kg di gasolio/olio combustibile, consentendo così un risparmio sulla bolletta energetica italiana.
La rigenerazione è uno speciale processo di lavorazione degli oli usati, attraverso cui si ottengono nuove basi lubrificanti con caratteristiche chimico-fisiche e tecnologiche analoghe a quelle prodotte dal petrolio greggio. Il confronto tra le molecole di una base nuova e quelle di una base rigenerata è, addirittura, favorevole alla seconda, poiché non contiene molecole volatili o troppo pesanti.
In Italia la rigenerazione dell'olio usato viene effettuata attraverso tre processi a tecnologia avanzata:
1. disidratazione
2. deasfaltazione/frazionamento
3. raffinazione finale dei distillati ottenuti
Nel primo processo, l'olio usato viene riscaldato a 140°C e distillato in una colonna sotto vuoto nella quale si separano l'acqua e gli idrocarburi leggeri (preflash). Il prodotto disidratato viene poi distillato in una colonna di deasfaltazione termica (TDA), dove le impurità dell'olio rimangono sul fondo e, contemporaneamente, vengono distillate tre frazioni oleose a diversa viscosità. Dalla testa della colonna si estrae un gasolio semilavorato. Le tre frazioni laterali e il gasolio vengono poi idrofiniti in un impianto catalitico ad alta pressione. Attraverso l'hydrofinishing l'olio e l'idrogeno vengono inizialmente portati a temperatura in un forno di riscaldamento; successivamente, passano in un reattore contenente il catalizzatore che favorisce l'eliminazione delle sostanze insature (sostanze pericolose per la salute e per l'ambiente). All'uscita del reattore si separano due fasi, una gassosa e una liquida: la prima - al fine di rimuovere i composti di cloro e zolfo - viene lavata con acqua, la seconda - per eliminare i composti più volatili e ripristinare il punto di infiammabilità - viene trattata con vapore. Dopo il trattamento, l'acqua contenuta nell'olio viene eliminata in un essiccatore sotto vuoto. Il risultato finale della lavorazione è un olio trasparente con bassissimo contenuto di zolfo e polinucleari aromatici (PNA).
Nel secondo processo si utilizzano due impianti in serie per rimuovere l'acqua e gli idrocarburi leggeri (preflash 1 e 2); successivamente l'olio passa in un impianto di deasfaltazione con propano (PDA I) dove vengono eliminati i composti più pesanti che, opportunamente fluidificati, trovano impiego come componenti per bitumi. L'olio deasfaltato viene poi distillato in una frazione di testa, quattro frazioni laterali e in una frazione di fondo colonna; quest'ultima viene sottoposta ad un ulteriore stadio di deasfaltazione con propano (PDA II) al fine di rimuovere definitivamente gli ultimi residui pesanti. Le quattro frazioni laterali e il prodotto del secondo stadio della deasfaltazione costituiscono la carica per la lavorazione finale dell'hydrofinishing.
Link di riferimento:
• Viscolube - Rigenerazione olii usati → www.viscolube.it