Rapporto Rifiuti Speciali 2008

 

 

Produzione dei Rifiuti Speciali

La base dati utilizzata per la stima della produzione dei rifiuti speciali è rappresentata dalle  dichiarazioni MUD, effettuate nell'anno 2007, ai sensi dell'art.189 del D.Lgs.152/2006.A tal proposito, va evidenziato, che quest'ultimo decreto ha apportato rilevanti modifiche per quanto attiene ai soggetti tenuti all'obbligo di dichiarazione. In particolare, il comma 3 dell'art. 189 ha esonerato dall'obbligo della dichiarazione tutti i produttori di rifiuti non pericolosi.

L'applicazione del D.Lgs.152/2006, entrato in vigore il 29 aprile 2006, ossia, il giorno prima della scadenza per la presentazione del MUD, ha portato, ad una lieve diminuzione del numero di dichiarazioni presentate nel 2006, rispetto all'anno precedente, ed ad una drastica riduzione delle stesse, presentate nell'anno 2007.

E' da precisare che il 13 febbraio 2008, è entrato in vigore il D.Lgs 4/2008, cosiddetto "Correttivo ambientale", che ha reintrodotto l'obbligo di presentazione del MUD per i produttori di rifiuti speciali non pericolosi (quelli di cui all'art. 184, comma 3, lett. c, d, g) ed esentato, limitatamente ai rifiuti non pericolosi, le Imprese e gli Enti produttori iniziali di rifiuti, con non più di n. 10 dipendenti. Grazie alle dichiarazioni MUD presentate entro il 30 aprile 2008, già soggette al nuovo obbligo di legge, relative all'anno 2007, sarà quindi possibile, riavere per tale anno, un dato di produzione di rifiuti non pericolosi, assolutamente più completo e realistico.

La quantità totale di rifiuti speciali prodotta in Italia, nel 2006, è pari a 134,7 milioni di tonnellate, di cui 125,5 milioni di tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi, inclusi i C&D e 9,2 milioni di tonnellate di rifiuti speciali pericolosi.

L'analisi dei dati evidenzia, nel biennio 2005 - 2006, un incremento del 23,6% dei rifiuti speciali non pericolosi e un incremento del 16% dei rifiuti speciali (Figura 1).

Produzione rifiuti speciali

Figura 1 - Produzione totale di rifiuti speciali differenziati per tipologia, anni 2000 - 2006


La produzione pro capite di rifiuti speciali, nel 2006, è pari a 1.397 kg/abitante anno (esclusi i rifiuti da costruzione e demolizione), di cui 1.241 kg/abitante anno sono rifiuti non pericolosi e 156 kg/abitante anno sono pericolosi.

Analizzando la produzione pro capite dei rifiuti speciali non pericolosi negli anni che vanno dal 2002 al 2005 (Figura 2), si evidenzia una crescita costante fino al 2004 ed una diminuzione nel 2005 causata dall'esonero dei produttori di rifiuti non pericolosi dalla dichiarazione MUD. Il dato 2006, grazie all'integrazione del dato MUD con le stime, fa registrare, rispetto al 2005, un incremento pari al 31%.

La produzione pro capite di rifiuti pericolosi, registra, invece, un incremento, rispetto al 2005, pari al 16% (Figura 3).

Produzione rifiuti non pericolosi

 Figura 2 - Produzione pro capite di rifiuti non pericolosi, anni 2002-2006

Produzione rifiuti pericolosi

 Figura 3 - Produzione pro capite di rifiuti pericolosi, anni 2002-2006


Dall'analisi dei dati della produzione nazionale di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi per ciascun macrosettore economico si evidenzia che il maggior contributo alla produzione complessiva dei rifiuti speciali (Figura 4), è ascrivibile all'attività delle costruzioni (NACE 45), con un quantitativo pari a 52,4 milioni di tonnellate, il 38,9% del totale prodotto. Seguono le attività manifatturiere (NACE 15- 37), con un quantitativo di oltre 50 milioni di tonnellate, il 37,2% del totale prodotto.

Produzione Rifiuti Speciali per Attività

 Figura 4 - Produzione di rifiuti speciali per attività economiche, anno 2006

 

Relativamente alla produzione dei rifiuti non pericolosi, esclusi i C&D, la quantità maggiormente prodotta appartiene, analogamente agli anni precedenti, alle attività manifatturiere (NACE 15-37), con un quantitativo di 43,6 milioni di tonnellate (59,4% del totale non pericoloso esclusi i C&D);  nel 2005, il quantitativo prodotto era di oltre 33,3 milioni di tonnellate.

Segue il quantitativo prodotto dalle attività di trattamento dei rifiuti (NACE 90), con un quantitativo di 16 milioni di tonnellate, pari al 12,7% del totale non pericoloso.

Le attività di servizio (NACE 50-55,60-64,65-74,76-85,91-99), producono 7,6 milioni di tonnellate, pari al 6% del totale non pericoloso.

Produzione rifiuti speciali non pericolosi per attività

Figura 5 - Produzione di rifiuti speciali non pericolosi per attività economiche esclusi i C&D, anno 2006


Per quanto attiene ai rifiuti pericolosi, il maggior contributo deriva dalle attività manifatturiere (NACE 15-37), con 6,5 milioni di tonnellate (Figura 6), pari al 70,6% del totale pericoloso prodotto; a seguire, la produzione derivante dalle attività di servizio (NACE 50-55,60-64,65-74,76-85,91-99), con circa 1,4 milioni di tonnellate, pari al 15,2% del totale pericoloso.

Produzione rifiuti speciali pericolosi per attività

 Figura 6 - Produzione di rifiuti speciali pericolosi per attività economiche, anno 2006


 

 

La disaggregazione presentata nella Figura 7 rileva che la maggiore incidenza sulla produzione dei rifiuti speciali non pericolosi è dovuta al settore dell'industria alimentare e del tabacco (NACE 15-16), che nel 2006, ammonta a circa 13,2 milioni di tonnellate, rappresentando il 30,2% del totale del settore manifatturiero. La produzione di metalli e leghe, e di prodotti metallici (NACE 27-28), ammonta a 11,3 milioni di tonnellate, rappresentando il 26% del totale. Segue l'industria chimica (NACE 23-25), con una produzione pari a 4,8 milioni di tonnellate, l'11% del totale prodotto.

Produzione di rifiuti speciali non pericolosi attività manifatturiera

Figura 7 - Produzione di rifiuti speciali non pericolosi dell'attività manifatturiera, anno 2006


Nel caso dei rifiuti speciali pericolosi, invece, come verificatosi negli anni precedenti, è il settore chimico (NACE 23-25) a generare la più alta quantità di rifiuti, con 3,1 milioni di tonnellate, che corrisponde al 48,3 % del totale dei rifiuti speciali pericolosi prodotti all'interno del settore (Figura 8). Un notevole contributo è fornito anche da altre industrie manifatturiere (NACE 36-37), con una produzione di 1,6 milioni di tonnellate di rifiuti pericolosi, pari al 24,7% del totale prodotto. Segue l'industria di produzione di metalli e leghe, e prodotti in metallo, con una produzione di rifiuti pericolosi di circa 1 milione di tonnellate, pari al 24,7% del totale dei pericolosi prodotto.


Produzione di rifiuti speciali pericolosi attività manifatturiera

Figura 8 - Produzione di rifiuti speciali pericolosi dell'attività manifatturiera, anno 2006

 

 

Gestione dei Rifiuti Speciali

I rifiuti complessivamente gestiti nel 2006, a fronte di una produzione di 134,7 milioni di tonnellate, sono pari a oltre 117 milioni di tonnellate, di cui il 91,6% è costituito da rifiuti non pericolosi ed il restante 8,4% da rifiuti pericolosi.

Escludendo dal computo le quantità di rifiuti avviate ad impianti di stoccaggio e di messa in riserva (13,4 milioni di tonnellate), che rappresentano delle forme intermedie di gestione, preliminari alla destinazione finale (recupero/smaltimento), si rileva che oltre 60 milioni di tonnellate di rifiuti speciali sono avviati ad operazioni di recupero e oltre 43 milioni di tonnellate sono destinati ad attività di smaltimento, per un totale di rifiuti gestiti corrispondente a 103,7 milioni di tonnellate.

Analizzando i dati comprensivi degli stoccaggi e della messa in riserva (Figura 9), si rileva che:

  • l'11,4% dei rifiuti (composto per il 9,4% dalla messa in riserva e per il 2% dallo stoccaggio) per un quantitativo pari a oltre 13 milioni di tonnellate, viene avviato al deposito preliminare (D13 e D15) o messo in riserva (R12 e R13) anche in impianti che effettuano anche altre operazioni di recupero;
  • il 49,3% del totale gestito, rappresenta il recupero di materia;
  • il 19,8% è avviato in impianti di trattamento biologico o chimico fisico;
  • il 2,3% viene recuperato sotto forma di energia;
  • il 16,3% è smaltito in discarica;
  • lo 0,9% incenerito.

Rispetto al 2005, si registra un incremento del quantitativo totale gestito al netto delle parti stoccate e messe in riserva (+7,3%); in particolare, la quantità di rifiuti avviata ad attività di recupero subisce un aumento del 5,1%, quella avviata ad attività di smaltimento del 10,6 %.

Gestione Rifiuti Speciali

Figura 9 - Gestione dei rifiuti speciali inclusi gli stoccaggi, anno 2006

 

L'analisi dei dati, esclusi gli stoccaggi, evidenzia che (Figura 10):

  • il 55,7% dei rifiuti speciali, pari ad un quantitativo di 57,7 milioni di tonnellate, viene avviato ad operazioni di recupero di materia, comprendente le tipologie di recupero descritte dalle operazioni da R2 a R11;
  • il 18,4% dei rifiuti, pari a 19 milioni di tonnellate, è smaltito in discarica;
  • il 22,3%, pari a circa 23,1 milioni di tonnellate di rifiuti, è avviato in impianti di trattamento chimico-fisico o biologico e ricondizionamento preliminare;
  • il 2,6%, pari a quasi 2,7 milioni di tonnellate di rifiuti, viene utilizzato come fonte di energia, sia in impianti dedicati (impianti di recupero di biogas, impianti di valorizzazione di biomasse, gassificatori), sia in impianti produttivi quali cementifici, impianti per la produzione di energia ed altri impianti che utilizzano rifiuti come combustibile in luogo di quelli convenzionali; in tale quantità non viene incluso l'incenerimento con recupero di energia;
  • l'1% circa dei rifiuti gestiti, pari a oltre 1 milione di tonnellate, è avviato all'incenerimento con o senza recupero di energia.

Gestione Rifiuti Speciali esclusi stoccaggi

 Figura 10 - Gestione dei rifiuti speciali esclusi gli stoccaggi, anno 2006

 

Nelle Figure 11 e 12 è riportato l'andamento del recupero e dello smaltimento nel biennio 2005-2006.

Il quantitativo di rifiuti avviato ad operazioni di recupero, nel 2006, subisce un incremento pari al 3,3%, corrispondente a circa 2,3 milioni di tonnellate, rispetto al 2005.

In parte tale crescita è attribuibile all'incremento rilevato nei quantitativi di rifiuti avviati all'operazione di "riciclo/recupero" di altre sostanze inorganiche (+4,5%, corrispondente a 1,5 milioni di tonnellate).

Le elevate quantità di rifiuti avviate a tale forma di gestione sono costituite, per la maggior parte, da rifiuti derivanti da attività di costruzione e demolizione, sottoposti a trattamento, soprattutto, in impianti di frantumazione, o utilizzati nei ripristini ambientali, nei processi produttivi legati all'industria delle costruzioni o in opere di ricostruzione del manto stradale.

Un consistente aumento, pari al 25,9%, si è rilevato anche nei quantitativi avviati al recupero dei metalli, con oltre 2 milioni di tonnellate.

Cresce di poco (0,8%) la quantità di rifiuti speciali utilizzati come fonte di energia.

Una diminuzione si registra invece, nei quantitativi di rifiuti avviati all'operazione di "riciclo/recupero" di altre sostanze organiche, il 3,5% in meno, corrispondente a 253 mila tonnellate.

Andamento Recupero Rifiuti Speciali

Figura 11 - Andamento del recupero di rifiuti speciali, anni 2005 - 2006

R1: Utilizzazione principale come combustibile o come altro mezzo per produrre energia,
R2: Rigenerazione/recupero di solventi,
R3:
Riciclo/recupero delle sostanze organiche non utilizzate come solventi (comprese le operazioni di compostaggio e altre trasformazioni
      biologiche),
R4:
Riciclo/recupero dei metalli e dei composti metallici,
R5: Riciclo/recupero di altre sostanze inorganiche,
R6:
Rigenerazione degli acidi o delle basi,
R7:
Recupero dei prodotti che servono a captare gli inquinanti,
R8: Recupero dei prodotti provenienti dai catalizzatori,
R9:
Rigenerazione o altri reimpieghi degli oli,
R10:
Spandimento sul suolo a beneficio dell'agricoltura o dell'ecologia,
R11: Utilizzazione di rifiuti ottenuti da una delle operazioni indicate da R1 a R10,
R12:
Scambio di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate da R1 a R11,
R13:
Messa in riserva di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate nei punti da R1 a R12 (escluso il deposito temporaneo, prima della
        raccolta, nel luogo in cui sono prodotti).


Per quanto riguarda le operazioni di smaltimento, tra il 2005 ed il 2006, si riscontra un incremento pari al 9,7%, corrispondente a oltre 4 milioni di tonnellate di rifiuti.

Il ricorso alla discarica, rimane la forma di smaltimento più utilizzata, rappresentando circa il 42% del totale avviato ad operazioni di smaltimento.

Riguardo allo smaltimento in discarica, va rilevato che, considerevoli quantitativi di rifiuti da costruzione e demolizione e di rifiuti biodegradabili, dopo la stabilizzazione biologica, sono utilizzati nelle discariche per la copertura giornaliera o in attività di ripristino finale dopo la chiusura delle stesse.

Tale operazione, quando interessi quantitativi rilevanti, non può non configurarsi come una forma di smaltimento, pertanto alle quantità di rifiuti avviate in discarica (D1 totale) viene sommato un contributo derivante da queste attività.

Anche il trattamento chimico-fisico e biologico, subisce un considerevole incremento (25%), corrispondente a oltre 4 milioni di tonnellate.

Si evidenzia, che con le codifiche D8 e D9, vengono dichiarati, indifferentemente, i trattamenti chimico-fisici e biologici e, ad eccezione degli impianti di demolizione dei veicoli fuori uso che effettuano solo il trattamento fisico chimico, non è possibile generalmente effettuare una distinzione tra i quantitativi di rifiuti avviati al trattamento chimico-fisico da quelli destinati al trattamento biologico, essendo i due trattamenti, nella maggior parte dei casi, posti in sequenza. Pertanto, nell'analisi dei dati si ritiene più corretto trattare entrambe le operazioni nel loro complesso.

Si segnala, inoltre, che il quantitativo relativo al trattamento chimico fisico dei rifiuti pericolosi comprende anche la quota dei veicoli fuori uso disciplinati dal D.Lgs 209/2003 (codice dell'Elenco europeo dei rifiuti 16 01 04*), e di altre tipologie di rifiuti pericolosi derivanti dagli stessi veicoli, trattati dagli impianti di autodemolizione autorizzati.

Per le altre forme di smaltimento non si riscontrano, nel biennio in esame, variazioni di rilievo.

Andamento Smaltimento Rifiuti Speciali

Figura 12 - Andamento dello smaltimento di rifiuti speciali, anni 2005 - 2006

D1: Deposito sul o nel suolo (a esempio discarica),
D2:
Trattamento in ambiente terrestre (a esempio biodegradazione di rifiuti liquidi o fanghi nei suoli),
D8:
Trattamento biologico non specificato altrove nel presente allegato, che dia origine a composti o a miscugli che vengono eliminati secondo uno
      dei procedimenti elencati nei punti da D1 a D12,
D9:
Trattamento fisico-chimico non specificato altrove nel presente allegato che dia origine a composti o a miscugli eliminati secondo uno dei
      procedimenti elencati nei punti da D1 a D12 (a esempio evaporazione, essiccazione, calcinazione, ecc.),
D10: Incenerimento a terra,
D13:
Raggruppamento preliminare prima di una delle operazioni di cui ai punti da D1 a D12,
D14:
Ricondizionamento preliminare prima di una delle operazioni di cui ai punti da D1 a D13,
D15:
Deposito preliminare prima di una delle operazioni di cui ai punti da D1 a D14 (escluso il deposito temporaneo, prima della raccolta, nel luogo
        in cui sono prodotti)



Fonte dati:

Rapporto Rifiuti 2008, pubblicato dall'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale)

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