Smaltimento e riciclo Accumulatori al Piombo

Le diverse fasi per lo smaltimento degli accumulatori al pimobo sono:

Frantumazione

Dall'area di stoccaggio le batterie vengono caricate in una tramoggia e, tramite nastri trasportatori, sono inviate alla sezione frantumazione composta da mulini a martelli.

Il prodotto frantumato con pezzatura calibrata viene trasferito ad un sistema vagliante a umido dove avviene la separazione accurata della parte metallica fine ossidata dal mix di griglie metalliche e materie plastiche.

La parte metallica fine (detta "pastello") viene trasferita ad un filtro pressa. Il mix di griglie metalliche e materie plastiche viene avviato, mediante nastri, al separatore idrodinamico in controcorrente che,  sfruttando la differenza di densità dei vari componenti frantumati, separa le componenti plastiche da quelle metalliche. La plastica, polipropilene e PVC, viene accuratamente lavata e ridotta in scaglie ed è pronta per essere riutilizzata anche, per esempio, per produrre nuove scatole di batterie.
In questa fase viene anche liberata la parte liquida della batteria (soluzione acquosa di acido solforico) che viene inviata all'impianto di neutralizzazione. Nell'impianto di neutralizzazione avviene l'attacco dell'acido con calce idrata:

                                                                       Ca(OH)2 + H2SO4      →     CaSO4 + 2H2O

e con agenti flocculanti che consentono la decantazione dei solidi disciolti ed il raggiungimento della neutralizzazione del liquido ai valori fissati dalla normativa sugli effluenti.

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Fusione

La fusione del pastello avviene alla temperatura di circa 800° - 1.000° C in forni rotativi a fiamma diretta alimentati a metano e ossigeno. Impianti di captazione e abbattimento delle polveri a valle con filtri a maniche consentono un controllo in continuo delle emissioni in atmosfera, nel rispetto dei criteri imposti per legge. Nei forni avviene la riduzione del materiale da solfato (PbSO4) e ossido di piombo (PbO) a piombo metallo (Pb°) attraverso l'aggiunta di appositi reagenti tra cui il ferro.
Tale "piombo d'opera". viene successivamente inviato alla raffinazione - alligazione per ottenere piombo raffinato o leghe per vari utilizzi.

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Raffinazione

Il piombo d'opera, in blocchi o allo stato liquido, proveniente dalla fonderia viene immesso in caldaie, dove subisce trattamenti diversi a seconda del prodotto finale che si vuole ottenere.
Ad esempio, per ottenere piombo raffinato al 99,97%, si può procedere a:

  • Decuprazione (eliminazione del rame)

  • Destagnazione (eliminazione dello stagno)
  • Depurazione dell'antimonio
Per la produzione di leghe di piombo si procede con l'aggiunta dei metalli alliganti necessari.

Il processo di raffinazione avviene a temperature oscillanti tra i 350° ed i 500° C
.

Per produrre un Kg di piombo, lavorando quello delle batterie esauste, occorre poco più di un terzo dell'energia che ci vuole per lavorare il minerale estratto dalla terra.
I materiali di piombo e plastiche ottenuti da questo processo di riciclo vengono riutilizzati perla maggior parte per nuove batterie, circa il 60%. Ma non solo, anche per il 15% nell'industria della ceramica e della chimica, l'8% nella produzione di rivestimenti di cavi elettrici e il 17% di pallini, pesi, elementi per l'edilizia e per apparecchi radiologici. Dai materiali plastici, invece, si ottiene polipropilene, una plastica che diviene morbida con il calore (termoplastica) e che, essendo facilmente riciclabile, viene usata per produrre isolanti elettrici, articoli sanitari e casalinghi, imballaggi, tubature.

                                                              recupero accumulatori - piombo d'opera                  recupero accumulatori - piombo raffinato