News - Quanta carta per le schede elettorali?

Un bilancio della macchina elettorale partendo dallo spreco di carta. Il numero di schede stampate non equivale a quello del corpo elettorale ma è maggiorato "cautelativamente" del 30%. Un gran peso ce l'ha il numero elevato di candidati e liste ma anche una norma del 2006 che stabilisce che, per essere leggibili, i simboli devono essere rappresentati con un diametro di 3 centimetri (prima era 2).

Dove vanno a finire schede elettorali    

Dove finiscono le schede elettorali dopo essere state votate e spogliate? In molti devono essersi fatti questa domanda di fronte ai lenzuoloni delle ultime consultazioni elettorali. Al di là infatti delle difficoltà a ripiegare i papiri prima di infilarli nell'urna, molte persone si sono chieste se e come questa enorme quantità di carta verrà recuperata.

Il modello di scheda elettorale, stabilito dall'Istituto Poligrafico dello Stato e girato alle prefetture locali per la stampa, prevede una grammatura di 90 gr al metro quadrato. Il peso finale di ciascuna scheda e la sua grandezza dipende però ovviamente da quante liste sono candidate in una singola circoscrizione elettorale. Con i suoi 4 candidati presidente e 29 partiti collegati il Piemonte si è di gran lunga aggiudicato in quest'ultima tornata elettorale lo scettro della regione con la scheda più grande: 82 cm di larghezza e 43 di altezza. Più contenute le dimensioni della scheda per il voto in Lazio dei 3 candidati presidente e dei 17 partiti collegati: 41 cm di larghezza e 32 di altezza. Ogni elettore piemontese ha di fatto espresso il proprio voto su circa 30 grammi di carta che, a livello anche solo della provincia di Torino, si traduce in un consumo di circa 77 tonnellate di carta. Numeri impressionanti, ben distanti comunque da quelli del papiro stampato sempre a Torino per le elezioni provinciali dello scorso anno quando, a contendersi la carica di presidente, erano 13 candidati sostenuti da 34 partiti. Il peso ambientale della scheda, larga allora 1 metro e 17 centimetri, fu di 128 tonnellate di carta.


Per capire come si arriva a questi grandi numeri occorre tornare in prima battuta al 2006 quando, in occasione delle elezioni politiche, venne introdotta una norma che stabiliva che, per essere leggibili, i simboli dei partiti dovevano essere rappresentati sulle schede elettorali con un diametro di 3 centimetri e non più di 2 come fatto fino alle regionali del 2005. Questa norma ha indubbiamente inciso sul "peso specifico" del voto ma si accompagna ad altre regole della macchina elettorale che da sempre seguono una logica tanto cautelativa quanto ambientalmente insostenibile. Come quella che prevede che ad ogni consultazione elettorale il numero di schede da far stampare debba essere equivalente a quello del corpo elettorale rilevato 45 giorni prima del voto e che, a questo numero, si debbano aggiungere il 10% di schede in più come scorta per le singole sezioni elettorali, un altro 10% di scorta da consegnare ai Comuni e un ulteriore 10% di schede in più da conservare presso le prefetture. Logiche burocratiche che non considerano che, già di per sè, il corpo elettorale attivo non raggiunge da tempo l'80%.


Le schede elettorali, comunque, sono riciclabili e vengono portate in cartiera dopo cinque anni.

 

Fonte: EcodalleCittà

2/4/2010