News - Accordo Anci-Conai: le proposte dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani su rifiuti e imballaggi

Entro il prossimo autunno l'ANCI, Associazione Nazionale Comuni Italiani, e CONAI, il consorzio che rappresenta tutti i consorzi di filiera degli imballaggi, dovranno ridefinire i termini dell'accordo nato per dare impulso alla raccolta differenziata dei sei materiali di imballaggio (acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e vetro).



Giunto al suo ipotetico quarto rinnovo, dopo la sigla del precedente documento quinquennale (2009-2013), l'accordo, se profondamente rivisto, potrebbe portare ingenti risorse economiche ai comuniper finanziare i servizi di raccolta dei rifiuti. Lo dice l'Associazione Comuni Virtuosi, che propone una revisione che metta in campo a livello nazionale azioni concrete per sostenere ed incentivare le attività di prevenzione dei rifiuti da imballaggio.

Per fare chiarezza sulla gestione degli imballaggi nel nostro Paese e proporre le necessarie modifiche dell'Accordo l'associazione, in collaborazione con la ESPER, (Ente di Studio per la Pianificazione Ecosostenibile dei Rifiuti), ha elaborato uno specifico dossier, dal titolo "Analisi dei risultati ottenuti dal sistema Conai e proposte di modifica dell'accordo". I dati presentati stamane presso la Sala Conferenze Stampa di Palazzo Montecitorio hanno evidenziato lo stato di notevole svantaggio in cui versano i Comuni italiani rispetto ai loro pari europei. Di fatto i nostri Enti Locali si trovano ad affrontare con scarsissime risorse e strumenti una situazione di massima.

La produzione di imballaggi, infatti, sta diventando sempre più complessa, determinando criticità di gestione, dalla fase di corretta differenziazione nelle case fino a quelle successive di raccolta- selezione-riciclo. Soprattutto per quanto riguarda la plastica, sono le stesse associazioni di riciclatori, come Plastic Recyclers Europe, che identificano in un marketing orientato soprattutto all'impatto estetico, a discapito della riciclabilità, una possibile minaccia al raggiungimento degli obiettivi di riciclo europei.

I comuni italiani, dal canto loro, si trovano in condizioni di grande difficoltà economica: i continui tagli dei trasferimenti di stato e regioni rendono sempre più difficile garantire livelli minimi di servizi per cittadini, mentre le norme di indirizzo dell'UE e nazionali, anche nel settore della raccolta differenziata, indicano correttamente la necessità di raggiungere obiettivi minimi di intercettazione e riciclo di materia dai rifiuti. Questi servizi hanno evidentemente dei costi importanti che, se non compensati da adeguati corrispettivi per vendita degli imballaggi, rischiano di ricadere unicamente nelle bollette di famiglie e imprese.



Gli imballaggi costituiscono il 35-40% in peso e il 55-60 % in volume della spazzatura che si produce ogni anno in Italia. Per ogni imballaggio prodotto e immesso nel mercato, il produttore versa ai consorzi un contributo che dovrebbe essere trasferito ai comuni quando l'imballaggio, passando per la raccolta differenziata, viene riconsegnato ai consorzi. Sono cifre importanti, che dovrebbero essere destinate a coprire i costi di raccolta e, se ben utilizzate, contribuire concretamente a diminuire la bolletta dei cittadini.

Ma delle centinaia di milioni di euro all'anno che vengono incassati dal Sistema Conai, solo poco più di un terzo viene girato ai Comuni e queste risorse spesso non entrano neppure nelle casse comunali poiché vengono in gran parte utilizzate per pagare le piattaforme private che si occupano delle preselezione di tali flussi. Considerando l'ultimo dato disponibile riferito al 2011, dice l'associazione, si evince che i comuni avrebbero beneficiato di circa 297milioni al lordo dei costi di preselezione (si stima che al netto di tali costi rimanga circa la metà ai comuni) a fronte del ricavo totale annuale del sistema Conai di 813 milioni di euro.

"Risulta pertanto evidente che i corrispettivi che i Comuni ricevono rappresentano solo una piccola quota dei costi che la RD degli imballaggi comporta. Nel resto d'Europa i contributi versati dalle imprese sono infatti molto più elevati e comprendono il rimborso dei costi di preselezione", continua Comuni Virtuosi, sostenendo come solamente allineando i contributi nazionali rispetto a quelli degli altri paesi europei sarà possibile sostenere una gestione efficiente e sostenibile di questi servizi anche in Italia.

Al Governo si chiede, quindi, di assumere le decisioni necessarie a modificare radicalmente una situazione che, oltre a rivelarsi insostenibile per gli enti locali, mette a rischio ilraggiungimento degli obiettivi comunitari di uso efficiente delle risorse e la conseguente creazione di un indotto occupazionale del riciclo che il momento di profonda crisi economica richiede.

Fonte: Greenbiz.it

2/7/2013