News - Anche il contenitore conta: il cartone ondulato è il più sostenibile

Raffronto tra cassette in cartone ondulato monouso e cassette di plastica a sponde abbattibili riutilizzabili.

Consumare frutta e verdura fa bene alla salute, ma se i prodotti della terra vengono trasportati in cassette di plastica anziché in imballaggi di cartone riciclato la sostenibilità ambientale ne risente. Per fare il pieno di antiossidanti, ma non danneggiare più di tanto il pianeta – lo sappiamo - è meglio scegliere i prodotti a chilometro zero. Se viviamo al Nord e ci piacciono le arance siciliane stiamo attenti alla confezione con la quale i frutti viaggiano lungo la Penisola.

 

 

CASSETTE - Una famiglia di Milano che consuma una cassetta da 20 chili di agrumi provenienti da Catania produce infatti 3,8 chili di CO2 se l’imballaggio in cui vengono trasportate è in cartone ondulato, mentre se l’imballaggio è una cassetta in plastica l’impatto ambientale è oltre il 50% superiore (5,8 kg di CO2 emessi). Altro esempio: la cassetta in cartone ondulato nella quale una famiglia di Monaco di Baviera acquista mele del Trentino emette 5,8 kg di CO2 mentre se l’imballaggio in cui sono contenute è in plastica l’emissione è di 9 kg di CO2, il 55% in più.

STUDIO - I dati provengono da uno studio del Politecnico di Milano che ha calcolato l'impatto ambientale di due sistemi di distribuzione di prodotti ortofrutticoli: il primo a cassette in cartone ondulato monouso e l'altro a cassette di plastica a sponde abbattibili riutilizzabili. Da questo studio (promosso da Bestack, consorzio nazionale dei produttori di cartone ondulato per ortofrutta, costituito all’interno del Gifco (Gruppo italiano fabbricanti cartone ondulato), è emerso che gli imballaggi in cartone ondulato sono la soluzione più sostenibile per movimentare frutta e verdura, quella che lascia un impatto minore sull'ambiente.

CARTONE ONDULATO - Il cartone, infatti, è una materia rinnovabile. Per produrre imballaggi in cartone ondulato si coltivano alberi gestiti con piani di reimpianto superiori a quelli di taglio (per ogni albero tagliato ne vengono piantati tre). Gli alberi più giovani introdotti nel sistema hanno processi di fotosintesi più accelerati e quindi sono in grado di assorbire dall’atmosfera una maggiore quantità di CO2. I dati sulla gestione certificata delle foreste in Europa, promossa dall’industria cartaria, dicono che ogni anno la superficie boschiva aumenta di 6.450 km², l’equivalente al giorno di 2.475 campi da calcio come quello di San Siro. Il cartone da imballaggio utilizzato per il trasporto di frutta e verdura per questioni di igiene è prodotto da fibra vergine (proveniente da foreste certificate), ma dopo l’utilizzo nove imballaggi a base cellulosica su dieci vengono recuperati e riciclati: vale a dire che ogni anno in Italia ricicliamo imballaggi di carta e cartone per una superficie equivalente a 3,9 miliardi di metri quadri, quasi l’intera superficie del Molise. Un record, che ci vede ai primi posti in Europa per i risultati ottenuti dalla filiera.

 

 

RIDUZIONE CONTRIBUTO - Anche per questo da poco più di un mese il contributo ambientale Conai (Consorzio nazionale imballaggi) previsto per il recupero e il riciclo degli imballaggi cellulosici è stato ridotto da 10 a 6 euro a tonnellata: si tratta della terza riduzione introdotta in poco più di un anno, che ha portato il contributo dai 22 euro di gennaio 2012 ai 6 euro attuali. La riduzione è stata possibile perché l’Italia ha pienamente raggiunto gli obiettivi di recupero e riciclo previsti dalla normativa europea: il nostro Paese si posiziona sopra la media del vecchio continente per ciò che riguarda il tasso di riciclo degli imballaggi cellulosici. Così le aziende che li producono dovranno corrispondere complessivamente il 73% in meno rispetto all’anno precedente e anche le imprese che hanno scelto packaging in carta e cartone avranno ricadute positive.


Fonte: Corriere.it

2/6/2013