News - Spreco alimentare, contro lo sperpero di risorse prende forma il Foodsharing

Giorgio Mastroianni, presidente dell'Associazione di promozione sociale Foodsharing

A chi non è mai capitato di dover eliminare dal proprio frigorifero qualche cibo scaduto? Nella nostra società lo spreco è all'ordine del giorno. Lo possiamo constatare e vedere in ogni ambito: ad esempio, per quanto riguarda l'energia elettrica, l'acqua, il carburante e per ultimo, ma non per importanza, il cibo nel privato delle nostre case. E' proprio da un' esperienza di vita di tutti giorni che nasce l'idea dell'Associazione di promozione sociale Foodsharing.

Osservando i cibi comprati e prossimi alla scadenza nelle proprie cucine. Questi, gli sprechi perpetrati quotidianamente all'interno delle nostre abitazioni. Da qui lo spunto iniziale dei fondatori dell'Associazione sopracitata, con la volontà di trovare una risposta a questa condizione, una soluzione che fosse utile e intelligente, che portasse benefici non solo al singolo ma, potenzialmente, a tutta la popolazione.

 

 

Da queste considerazioni è nata l'Associazione di promozione sociale Foodsharing (food=cibo; to share=condividere), un ente no profit che intende perseguire finalità di utilità ed assistenza sociale: lo scopo primario è la creazione di una rete volta alla condivisione dei prodotti alimentari per evitare inutili sprechi.

Il filo conduttore di tutti gli sforzi della neonata Associazione è quello di sensibilizzare la collettività in merito ad un tema fin'ora poco trattato, per non dire sconosciuto. Condividere i propri eccessi alimentari, non significa soltanto sbarazzarsi di ciò che non ci serve più. Con un semplice gesto si possono portare benefici ad un numero illimitato di persone, questa la ferma convinzione dell'Associazione di Promozione Sociale Foodsharing. In un epoca come questa, in cui ci troviamo a vivere, bisogna cercare di limitare al massimo ogni tipo di spreco e ritrovare una dimensione che sia il più possibile a misura d'uomo, una dimensione commisurata alle nostre necessità e non a quelle imposte dal consumismo; in un contesto come questo, l'Associazione di promozione sociale Foodsharing si pone come tramite tra tutti quei cittadini, tutte quelle persone che vogliono aiutare e sono disposte a ricevere aiuto. Il fine ultimo è quello di arrivare a costituire una community, una vera e propria rete di persone che possano comunicare tra loro nella maniera più diretta e semplice possibile, avendo un luogo dove condividere ciò che non serve più e al tempo stesso avere accesso ad altra merce, magari, necessaria.

Molto spesso grandi progetti nascono a partire da piccoli gesti. Una sola persona, forse, non può fare la differenza, ma se il messaggio facesse breccia nella mente di un determinato numero di soggetti, allora, il movimento potrebbe, davvero, prendere piede. Secondo l'Associazione di promozione sociale Foodsharing dobbiamo mutare l'idea di fondo secondo la quale ciò che possediamo è indissolubilmente legato a noi. Viceversa, imparare ad accettare l'aiuto di qualcun altro, senza il retropensiero che ci sia un inganno dietro l'offerta di un altro individuo. Saper afferrare la mano che il prossimo ci tende, senza alcun timore. Questo ciò in cui credono fortemente gli ideatori e fondatori del progetto.

In un mondo dove spesso si compra e si ha più di quanto abbiamo bisogno realmente, l'Associazione di promozione sociale Foodsharing (www.foodsharing.biz) si propone di essere il tramite, il punto di contatto tra qualsiasi persona abbia la volontà e il desiderio di mettere a disposizione della comunità i propri eccessi alimentari.

 

 

Inizialmente, l'Associazione dovrà riuscire a superare lo scetticismo generale che, spesso, aleggia intorno a tematiche di questo tipo. Sono molte le persone che percepiscono come un tranello la semplice offerta slegata da qualsivoglia richiesta. Ciò nonostante, i fondatori credendo fin dall' inizio nella bontà del loro progetto e nelle loro idee, puntano fortemente sul concetto di foodsharing. Ogni innovazione, come risaputo, deve superare una prima fase, irta di difficoltà, ma se alla base c'è un'idea vincente, si può giungere all'obiettivo prefissato. Gli ideatori sono convinti che, con un piccolissimo impegno da parte di tutti, si può arrivare ad una nuova epoca, in cui la condivisione del cibo (appunto, foodsharing) porti benefici per tutti. Loro ci credono, proviamo a crederci anche noi. Non costa nulla.


Fonte: Greenreport.it

17/5/2013