News - Diesel da biomasse: negli Usa un impianto pilota permette di convertire gli scarti del mais

Il Dipartimento dell'Energia degli Stati Uniti sta investendo fino a 4,3 milioni dollari in un progetto di pilota sulle biomasse che, attraverso un nuovo procedimento chimico, permette di convertire i gambi e le foglie delle piante di mais in combustibile. L'impianto pilota che sorgerà nell'Indiana sarà gestito da Mercurius Biofuels, che ha come obiettivo quello di convertire la biomassa cellulosica del mais in combustibile a prezzi abbastanza economici da competere con il petrolio. Il procedimento della Mercurius Biofuels utilizza acidi riciclabili per scindere la cellulosa e fare una sostanza chimica chiamata clorometil-furfurolo, che può essere convertita in gasolio o combustibile jet.

 

 

La centrale, che avrà una capacità produttiva di circa 10 tonnellate di biomassa al giorno, abbastanza da ricavare 800 galloni, circa 3.000 litri, di combustibile al giorno.

Le biomasse cellulosiche, da scarti agricoli ed altri materiali come erbe e trucioli di legno, sono abbondanti, e richiedono meno energia e fertilizzanti della canna da zucchero o della granella di mais, che sono attualmente le principali materie prime per produrre biocombustibili.

L'inventore del processo, Mark Mascal, un professore di chimica all'università di California Davis, assicura che «La tecnologia rende più efficiente utilizzo del carbonio della cellulosa ed evita emissioni significative di anidride carbonica coinvolte nel normale modo di produzione di combustibile da biomassa: si converte la cellulosa in zucchero e si fermenta per produrre etanolo. La fermentazione porta all'espulsione di un terzo del carbonio sotto forma di anidride carbonica. Il nostro processo cattura all'interno delle biomasse tutto il carbonio disponibile».

Secondo la Mercurius Biofuels «I gambi di mais e foglie possono essere convertiti in clorometil-furfurolo in piccoli impianti e poi inviato alle raffinerie più grandi trasformarlo in gasolio, evitando così gli elevati costi di spedizione della biomassa stessa di una raffineria centrale».

La Mit Technology Review sottolinea che «Finora è stato difficile ottenere combustibili da queste altre fonti in maniera economica. Un problema fondamentale sta nel costo di trasporto delle biomasse grezze. Una soluzione sarebbe quella di costruire piccole bioraffinerie in prossimità delle risorse primarie, ma nelle infrastrutture più piccole il costo per litro di combustibile tende a essere maggiore. Nel nuovo processo della Mercurius, la biomassa può essere convertita in un chimico liquido intermediario presso piccole centrali, collocate in prossimità dei depositi di biomasse. Questo liquido occupa molto meno volume rispetto alla biomassa originale, ed è più economico da trasportare nei più grandi e centralizzati impianti di lavorazione».

Karl Seck, amministratore delegato della Mercurius sottolinea che «Il clorometil-furfurolo può essere convertito in diesel o in combustibile per jet attraverso processi industriali simili a quelli adoperati dall'industria chimica e dalle raffinerie di petrolio. Alcuni nostri processi somigliano molto a quelli di raffinamento del petrolio, per cui sono facilmente scalabili e potenzialmente più rapidi da portare al mercato L'uso di acidi può costare parecchio, ma uno degli aspetti chiave del processo è che gli acidi utilizzato sono facilmente riciclabili. A differenza dello zucchero, infatti, il clorometil-furfurolo non è solubile in acqua ed è quindi facile da separare dall'acido, che può quindi essere riutilizzato. Il processo sarà inoltre più economico di quello che fa uso di enzimi per scomporre la cellulosa, un altro approccio in fase di sviluppo».

 

 

Altre imprese ed università stanno sviluppando processi per produrre biocombustibili dalla cellulosa. «Molti di questi processi trasformano le biomasse in gas prima di convertirli in combustibili - spiega Mit Technology Review - Al contrario, l'approccio della Mercurius produce liquidi più economici da gestire, richiedendo infatti attrezzature più piccole ed economiche».

Questa nuova tecnologia è ancora agli inizi, ma ogni parte del processo è stata testata, inclusi i passaggi finali per la produzione di combustibili che rispettino le specifiche dei veicoli in commercio. Finora, però, tutto è stato fatto su scala ridotta, e il processo non è ancora stato collegato nei suoi passaggi. Alcune alternative sono un passo più avanti. La Krior, ad esempio, utilizza un processo catalitico per scomporre la cellulosa ed ottenere una specie di greggio, chiamato "Biocrude" che, come nella tecnologia della Mercurius, può essere processato in diesel e altri combustibili.

 

Fonte: Greenreport.it

2/5/2013