Metodo di calcolo e criticità dell'Impronta Ecologica
Il punto di partenza per il calcolo dell'impronta ecologica è la stima dei diversi consumi. Viene calcolato il consumo individuale medio delle principali categorie di consumo: solitamente per i beni il consumo deve essere espresso in chilogrammi/anno, mentre per i servizi può essere utilizzato il dato in euro/anno.
Le categorie di consumo considerate sono:
• gli alimenti
• i trasporti
• le abitazioni
• i beni di consumo
• i servizi.
Ogni categoria di consumo comporta un impronta ecologica per più motivi: il terreno necessario per produrre l'energia in forme sostenibili (ad esempio lo spazio per l'invaso di una centrale termoelettrica o la superficie boscata per l'assorbimento dell'anidride carbonica che si sviluppa dalla combustione dei combustibili fossili); la terra coltivata necessaria per produrre gli alimenti; i terreni a pascolo per fornire i prodotti animali; il terreno forestale per produrre legname e carta; la superficie marina necessaria per produrre pesci e frutti di mare; il territorio necessario per ospitare infrastrutture edilizie.
I territori da includere nel calcolo possono, quindi, anche essere terreni produttivi non direttamente legati al consumo di beni, bensì a quei servizi naturali indispensabili per assorbire le emissioni prodotte.
La formulazione di impronta ecologica suddivide il territorio in diverse categorie:
• terreno per l'energia: l'area di foresta necessaria per assorbire l'anidride carbonica prodotta dall'utilizzo di combustibili fossili;
• terreno agricolo: superficie arabile utilizzata per la produzione di alimenti ed altri beni (iuta, tabacco, ecc.);
• pascoli: superficie destinata all'allevamento;
• foreste: superficie destinata alla produzione di legname;
• superficie edificata: superficie dedicata agli insediamenti abitativi, agli impianti industriali, alle aree per servizi, alle vie di comunicazione;
• mare: superficie marina dedicata alla crescita di risorse per la pesca.
L'intera superficie delle terre emerse è composta all'incirca da:
• foreste ed aree boschive (34%)
• pascoli permanenti (23%)
• terra arabile (10%)
• terra costruita (2%)
• altri suoli: ghiacciai, rocce, deserti, ecc. (32%).
Tipologia di Area |
Fattore di Equivalenza |
Territorio per Energia |
1,38 |
Territorio Agricolo |
2,19 |
Pascoli |
0,48 |
Foreste |
1,38 |
Territorio Edificato |
2,19 |
Aree Marine |
0,36 |
L'impronta ecologica F viene calcolata con la formula: dove Ei è l'impronta ecologica derivante dal consumo Ci del prodotto i-esimo e qi, espresso in ettari/chilogrammo, è il reciproco della produttività media per il prodotto i-esimo. L'impronta ecologica pro capite f viene calcolata dividendo per la popolazione N residente nella regione considerata:
Le diverse superfici vengono ridotte ad una misura comune, attribuendo a ciascuna un peso proporzionale alla sua produttività media mondiale; si individua così l'"area equivalente" necessaria per produrre la quantità di biomassa usata da una data popolazione (mondiale, nazionale, regionale, locale), misurata in "ettari globali" (gha).
Criticità dell'Impronta Ecologica
L'impronta ecologica ha parecchi limiti, riconosciuti dagli stessi autori. In primo luogo riduce tutti i valori ad un sola unità di misura, la terra. Ciò distorce la rappresentazione di problemi complessi e multidimensionali. Relativamente all'energia, vi sono problemi di stima del rendimento; non si fa riferimento all'approvvigionamento da fonti non rinnovabili; non sono considerate altre emissioni oltre a quella di CO2; nel caso dell'energia nucleare le scorie radioattive sono semplicemente ignorate. Poiché i consumi sono riferiti alle sole risorse rinnovabili, non viene misurata la dipendenza da risorse non rinnovabili (minerali, petrolio). Lo stesso si può dire per la produzione di rifiuti e di materiali non smaltibili. L'inquinamento non è considerato, ad eccezione delle emissioni di CO2. Da ciò deriva che:
1. il danno ambientale reale è molto maggiore di quello che mostra l'impronta ecologica, perché non vengono considerati molti fattori
degradanti;
2. l'impronta ecologica fornisce utili indicazioni, ma rimane uno strumento non definitivo per le scelte dei governi: anche se si dovesse
raggiungere la parità tra consumi e disponibilità questo non ci assicurerebbe la soluzione dei problemi ambientali.
Come tutti gli indicatori la confrontabilità dell'impronta ecologica, calcolata per diverse realtà e per anni diversi, dipende fortemente dalla disponibilità dei dati e dalla metodologia di calcolo; in particolare quest'ultima è in continua e sostanziale evoluzione. Inoltre vengono spesso utilizzati metodi semplificati per il calcolo o approssimazioni quando non sono facilmente reperibili tutti i dati. Oltre a ciò, l'impronta ecologica dipende fortemente dalle abitudini personali: frequenza e modalità degli spostamenti, beni di consumo acquistati/dismessi, qualità e quantità degli alimenti (oltre che dalla loro provenienza più o meno locale), riscaldamento e condizionamento estivo nelle abitazioni, altri usi energetici, ecc.. L'impronta ecologica di una città o provincia o altri Enti Locali dipende, oltre che dall'insieme delle abitudini/consumi dei suoi abitanti, dalle scelte di gestione del territorio e delle risorse perseguite.
Di questi limiti bisogna tener conto nella valutazione dell'impronta ecologica.